I Rettori delle Università Italiane firmano la "Camerino Declaration", un ulteriore impegno per l'implementazione della Carta Europea dei Ricercatori e del Codice di Condotta per il reclutamento

A dieci anni dalla firma della “Dichiarazione di impegno all’attuazione della Carta europea dei ricercatori e del Codice di Condotta per il loro Reclutamento” le Università italiane tornano a Camerino per discutere sui traguardi raggiunti e i progressi effettuati.

Nella mattinata di oggi 8 luglio 2015, infatti, presso la Sala della Muta del Palazzo ducale, i rappresentanti delle università italiane e i rappresentanti dell’Unione Europea hanno fatto il punto sull’attuale situazione della ricerca in Italia e in Europa; si è poi cercato sia di verificare se sia stato raggiunto l’obiettivo di un mercato europeo del lavoro aperto e meritocratico sia di definire quali percorsi possono garantire il futuro dello Spazio Europeo della Ricerca.

Ad aprire il convegno, che ha avuto come titolo “Carta Europea dei ricercatori: dieci anni di impegno del sistema universitario italiano, non solo sulla Carta”, il saluto del Commissario Europeo per la Ricerca Carlos Moedas, che ha espresso grande soddisfazione per l’iniziativa: “E’ un onore per me salutarvi ed esprimere un plauso per questi dieci anni di continuo impegno del sistema universitario italiano. È infatti grazie al vostro supporto per l’adozione e l’implementazione della Carta e del Codice che stiamo facendo dell’Europa il laboratorio del mondo. I nostri migliori “cervelli” hanno bisogno di condizioni di lavoro che siano adatte al ventunesimo secolo, ciò significa mobilità e flessibilità. Voi avete iniziato questo processo di cambiamento in Europa, dando grandi opportunità di mobilità ai ricercatori che hanno potuto così far parte delle vostre istituzioni di eccellenza. Ancora congratulazioni ed immaginate cosa potete raggiungere nei prossimi dieci anni”.

Nel suo intervento il Rettore Flavio Corradini ha sottolineato come “la discussione su tematiche quali il sistema della ricerca nazionale, attrattività e valutazione, la qualità della vita professionale delle ricercatrici e dei ricercatori, diritti e doveri, lo spazio europeo della ricerca e mercato unico della ricerca europea, la consapevolezza sull’importanza della ricerca e dignità della figura del ricercatore, sia di particolare rilevanza e non può che essere centrale all’interno di una moderna discussione sull’Università e sulla Ricerca nel nostro Paese”.
“Credo fortemente che gli argomenti in discussione oggi  - ha concluso il prof. Corradini – non solo contribuiscano a costruire lo Spazio Europeo della Ricerca ma possano accelerare il processo di essere cittadini dello stesso paese, di essere cittadini europei.  Ricerca e formazione, cultura più in generale, sotto denominatori comuni quali, ad esempio, la Carta Europea dei Ricercatori possono e devono essere lo strumento per costruire l’Europa e la cittadinanza europea”.

All’indirizzo di saluto del Rettore camerte è seguito quello del Presidente della CRUI, prof. Stefano Paleari, che ha sottolineato “Oggi Camerino è la capitale di tutto il mondo. Siamo riuniti per celebrare la progettualità di tutte le Università italiane, rispetto alla quale la Conferenza dei Rettori svolge un ruolo di coordinamento e valorizzazione, progettualità intensa che ha uniti le Università italiane e sta unendo anche l’Europa. Unire e ambire sono due verbi che non possono andare in termini disgiunti: se chiamassimo Europa ciò che unisce e ciò che ambisce allo stesso tempo, riprenderemmo a costruire le nostre fondamenta.
“Dobbiamo trasformare quello che firmiamo oggi in azione politica – ha proseguito Paleari.  – Abbiamo bisogno di una Europa dei ricercatori nella misura in cui i ricercatori in Europa si sentano a casa loro. L’anomalia della distribuzione delle risorse che i singoli Paesi hanno non può essere esaltata dalle regole europee. La regolamentazione deve essere tale per cui le regole del gioco valgano per tutti, non è infatti possibile competere con un numero differente di giocatori. Competere infatti significa porsi un obiettivo comune e cercare di raggiungerlo”.

“Sono davvero felice - ha dichiarato la prof.ssa Loretta Bravi, Assessore Regionale alla formazione e università – di fare una delle mie prime uscite in qualità di assessore regionale in questa Università e in un’occasione così importante per il sistema universitario italiano. Questa iniziativa è senz’altro occasione per comprendere al meglio quale sia il ruolo delle istituzioni per costruire l’Europa dei popoli, e quale debba essere il ruolo della ricerca per accelerare e concretizzare questo processo. Il ruolo delle istituzioni non è solo in termini economici, ma è in termini ideali: è infatti necessario promuovere la formazione e la cultura, cultura che deve essere spendibile oltre confini ristretti”.

Sono poi seguite le relazioni di Irmela Brach, in rappresentanza della Direzione Generale Ricerca e Innovazione della Commissione Europea, di Fulvio Esposito, Rappresentante italiano dello Steering Group on Human Resources and Mobility, di Anna Maria Eleuteri, Delegata del Rettore UNICAM per l’implementazione della HRS4R, di Cristina Pedicchio, Presidente dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica sperimentale.

L’Italia fu il primo Paese che si impegnò formalmente ad adottare la Carta europea dei ricercatori e il relativo codice di condotta il 7 luglio 2005 proprio a Camerino. Ed è proprio da Camerino che la Conferenza dei Rettori delle Università italiane ha voluto che ripartisse un nuovo momento di riflessione e confronto, per individuare e segnalare ritardi e incertezze, ma anche per evidenziare buone pratiche ed esempi a cui uniformarsi.

Al termine dell’evento i Rettori delle università italiane hanno infatti firmato la “Camerino Declaration” come nuova presa d’impegno all’implementazione della HRS4R (Strategia per le Risorse Umane per i Ricercatori). Tra i principi sottoscritti, un sistema di assunzione per ricercatori che sia aperto e basato sulla trasparenza e sul merito; una capillare diffusione della cultura dell’accoglienza di ricercatori europei e di paesi terzi, con la prospettiva di agevolare la circolazione di talenti a livello internazionale; una efficace attenzione alle politiche e pratiche in materia di parità ed integrazione di genere nella ricerca.